CER: Fare comunità per favorire la transizione ENERGETICA

 


Come funzionano

I membri, anche detti azionisti, di una Comunità Energetica Rinnovabile possono essere di tre tipi:
i consumatori passivi (consumer) ovvero i titolari di un punto di solo prelievo;
i produttori (producer) ovvero i titolari di un impianto di produzione;
i prosumer, ovvero i consumatori che si sono dotati di un impianto di produzione finalizzato all'autoconsumo.
Prosumer e producer possono condividere con l'intera comunità l'energia elettrica prodotta. Se i membri della comunità energetica che si "scambiano" questa energia sono ubicati all'interno della medesima area convenzionale sottesa a una cabina primaria, questa verrà valorizzata tenendo conto dei minori costi di esercizio della rete elettrica e, inoltre, incentivata in quanto proveniente da fonti rinnovabili.
Il calcolo dell'energia elettrica condivisa e auto consumata dalla CER verrà effettuato direttamente dal GSE sulla base delle misure inviate dal distributore.
 

 


Vantaggi

L'obiettivo principale di una Comunità Energetica Rinnovabile è quello di fornire, a livello comunitario, benefici economici, sociali e ambientali ai propri azionisti, ai membri o alle aree locali in cui opera, piuttosto che profitti finanziari.
 

 


Come costituirle

Con la delibera 727/2022/R/eel del 27 dicembre 2022, ARERA ha approvato il Testo Integrato Autoconsumo Diffuso (TIAD) che disciplina le modalità per la valorizzazione dell'autoconsumo diffuso per le configurazioni previste dai decreti legislativi 199/21 e 210/21, tra cui le Comunità Energetiche.
Il TIAD è applicato a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto del Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) previsto dall'articolo 8 del decreto legislativo 199/21, recante le disposizioni in merito agli incentivi per la condivisione dell'energia elettrica.
 

 


Benefici sociali

Con l'autoproduzione, l'energia viene condivisa tra gli stessi abitanti della Comunità Energetica Rinnovabile.
 

 


Benefici ambientali

Con un impianto di produzione, si riducono le emissioni di CO2 sfruttando l'energia prodotta da fonti rinnovabili.
 

La Normativa e le Comunità Energetiche Rinnovabili in Italia


Autoconsumo diffuso: significato e funzionamento
Con la delibera ARERA 727/2022/R/eel, è stato definito il Testo Integrato per l'Autoconsumo Diffuso (TIAD).
Nell'autoconsumo diffuso i partecipanti sono clienti finali, come:  condòmini, individui, famiglie, imprese ed enti pubblici. Questi partecipanti si uniscono in un gruppo di autoconsumo e, all'interno di questo gruppo, condividono l'energia prodotta da uno o più impianti di produzione. Questi impianti possono appartenere sia ai consumatori stessi che ai produttori terzi, che seguono le istruzioni del gruppo di autoconsumo.

Differenza tra autoconsumo e autoconsumo diffuso

Mentre l'autoconsumo consiste nella possibilità di consumare in loco - nella propria abitazione, in un ufficio, in uno stabilimento produttivo, ecc. - l'energia elettrica prodotta da un impianto di generazione per far fronte ai propri fabbisogni energetici, l'Autoconsumo Diffuso è  la possibilità per i consumatori finali di associarsi per condividere l'energia elettrica prodotta all'interno della medesima configurazione.

In Italia le prime esperienze di Comunità Energetiche Rinnovabili risalgono ai primi anni 2000. Inizialmente, si trattava di piccole realtà localizzate principalmente nel Nord Italia, ma presto hanno iniziato a diffondersi su tutto il territorio italiano.

Secondo il rapporto di Legambiente, sono state documentate 100 diverse realtà riguardanti Comunità Energetiche Rinnovabili, e si trovano principalmente in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. Queste realtà si suddividono tra quelle già operative (35), progetti in corso (41) e iniziative in fase embrionale (24), che stanno appena iniziando il loro percorso verso la costituzione.

Si tratta essenzialmente di progetti sperimentali che tendono ad individuare le migliori tecniche applicabili nel settore. Tali community, imperniate per lo più su impianti di generazione fotovoltaici di taglia compresa tra i 20 e i 50 kWp, si caratterizzano per l'elevata flessibilità in termini di soggetti coinvolti e di configurazione.

Queste comunità si differenziano per i seguenti aspetti:

  • Legame Territoriale: alcune CER sono fortemente radicate nel territorio in cui operano, coinvolgendo attivamente la comunità locale e promuovendo la partecipazione attiva dei residenti.
  • Efficienza Energetica: altre CER si concentrano sulla condivisione di pratiche volte a un uso più efficiente delle risorse energetiche, promuovendo l'ottimizzazione dei consumi energetici.
  • Produzione e Autoconsumo: alcune CER mettono l'accento sulla produzione e l'autoconsumo di energia rinnovabile, contribuendo così a ridurre la dipendenza dalle fonti tradizionali e a promuovere l'energia pulita e sostenibile.

La regolamentazione italiana prevede:

  • il DL 162/2019 Milleproroghe, poi convertito in Legge n. 8/2020, che regola le Comunità Energetiche previste dalla Direttiva Europea RED II.

  • il D.Lgs. 199/2021 ha attuato la Direttiva Europea RED II, direttiva UE 2018/2001, sull'uso dell'energia da fonti rinnovabili.

  • La delibera ARERA 318/2020/R/eel del 4 agosto 2020 ha avviato in via transitoria la regolazione dell'energia elettrica oggetto di condivisione in edifici o condomini (Autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente) e nell'ambito di comunità di energia rinnovabile.
  • Con la delibera 727/2022/R/eel del 27 dicembre 2022, l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha approvato il Testo Integrato Autoconsumo Diffuso (TIAD) che disciplina le modalità per la valorizzazione dell'autoconsumo diffuso per le configurazioni previste dai decreti legislativi 199/21 e 210/21, tra cui le Comunità Energetiche.

Giovanni Merico

Energy Advisor

Dottore Commercialista

giovanni.merico@nuovaenergiarinnovabile.it

Cosimo Cazzato

Responsabile sviluppo

Dottore Commercialista

cosimo.cazzato@nuovaenergiarinnovabile.it

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